La musica è potente. Può farci sorridere o piangere. Riportare alla mente ricordi lontani.
E, addirittura, ci può invogliare ad acquistare un prodotto se è combinata con la giusta pubblicità.

Il modo di lavorare insieme tra musicisti e pubblicitari ha subìto una rivoluzione negli ultimi dieci anni. Non ci si accontenta più di un semplice jingle, si cercano canzoni che raccontino storie, evochino ricordi e creino connessioni autentiche con le persone.

La musica è la sensazione. È l’emozione nel film pubblicitario.

Solo pochi anni fa, per gli artisti pop, affiancare il proprio nome a quello dello sponsor veniva considerato svendersi. Ma dagli inizi del 2000 questo pensiero è cambiato completamente. Uno dei primi a comprendere l’evoluzione è stato Moby, col suo quinto album in studio “Play”, dando la licenza di ogni traccia dell’album a film e spot pubblicitari. Alla fine, ha venduto 10 milioni di copie.

Oggi gli artisti sono alla ricerca di nuovi modi per monetizzare il loro lavoro, ci si avvicina sempre più all’idea di collaborare con i brand, la cooperazione tra marketer e musicisti viene così portata ad un nuovo livello, se fatta bene. Questo nuovo modo di fare advertising ha sostanzialmente portato alla realizzazione di video musicali “di marca”.

Usando tracce ben conosciute di artisti pop ben noti – a volte usando proprio gli stessi artisti – si corre il rischio di distogliere l’attenzione dal prodotto da promuovere. Ma unendo musica e artista allo spot come elementi della struttura narrativa, allineando bene il testo della canzone al voice over e alla headline, si può arrivare alla realizzazione di un commercial memorabile.

Eccone alcuni esempi:

Shakira, Activia, Dare to feel good

 

Tom Brady, Nike, Take me to church

https://youtu.be/FpKduqYmALw

 

Beyonce, Pepsi, Grown Woman

 

The Script, Omega, The hall of fame

 

Pharrell, Beats by Dre, Happy

https://youtu.be/FH1FCBmcNGg

 

Rabinowitz & Jared Gutstadt, Jingle Punks

 

(scritto e diretto da Valentina Bocchibianchi)